Il chiosco: qui inizia il tuo viaggio alla scoperta di Salouël.
Davanti a voi c'è un dipinto su piastrelle intitolato Liberté, offerto da Gilbert Lefeuvre al comune e inaugurato il 22 settembre 2012 da Jean-René Hémart, ex sindaco del comune di Salouël.
Ispirandosi alla poesia Liberté della raccolta Poésie et Liberté di Paul Eluard, Gilbert Lefeuvre ci mostra i suoi valori, le sue certezze e le sue preoccupazioni sulla libertà nel mondo di oggi. "Concepito come un taccuino di 726 pagine in cui sono disposte le linee di colore, quest'opera è un'avventura. Installa nel suo viaggio, i registri grafici, il gioco del colore in una miscela di figurazione e non figurazione." Gilbert Lefeuvre.
La palude: sei appena entrato nella palude. Questo spazio allestito dal comune ti offre libero accesso alla cultura, allo sport e al tempo libero.
Che tu sia uno sportivo appassionato o un dilettante, ti invitiamo a seguire gli esercizi proposti dal percorso fitness.
Puoi anche scoprire opere d'arte nascoste in un ambiente verde. Questi, proposti dall'associazione Métropole Art, permettono la democratizzazione dell'arte e un primo approccio divertente per grandi e piccini!
Lasciate che i vostri bambini corrano, si divertano giocando e si prendano una pausa grazie alle cabine di lettura allestite da Amiens Métropole e gestite dal comune. Ce ne sono due a Salouël.
Questo concetto di solidarietà promuove i legami sociali, incoraggia un'economia della condivisione e ti rende un eco-cittadino.
I giardini degli operai: Alla fine di questo viale, potrete ammirare i giardini dell'associazione Salou: I giardini degli operai.
"Le timide ortensie viola nel loro angolo ascoltavano i campanelli all'ingresso del giardino. Le galanti gardenie nei loro soavi farsetti ascoltavano il dolce grido degli alberi infantili. I graziosi, agili e dispettosi gerani lavavano i loro capelli mentre intorno alla piscina. Le tenere viole in abiti di raso respiravano l'aria del buon mattino. Una bambina gentile con le forbici da potatura ha preparato un bel bouquet: la fine di questa felicità." A battere la campagna, Raymond Queneau.