Mane è un comune del dipartimento delle Alpi dell'Alta Provenza, nella regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra, a pochi chilometri a sud-ovest di Forcalquier.
Il suo territorio di 22 km² oscilla da 386 a 868 m sul livello del mare, tra il monte Lure a nord e il Lubéron a sud.
Attraversata dal corso del Laye, la località presenta paesaggi collinari, tipici della Provenza, tra altipiani e colline. Coperta da boschi (30% della sua superficie), terreni agricoli (30%) ma anche aree naturali dove si alternano macchia e arbusti (34%), i suoi campi di lavanda e uliveti contribuiscono pienamente al suo fascino.
Composto da una città e da diverse frazioni, come Châteauneuf e La Laye, a ovest, Mane era già occupato nella preistoria.
Durante l'Antichità, un villaggio si sviluppò all'incrocio tra la Via Domizia (che collega l'Italia alla Penisola Iberica) e una strada secondaria.
Un tempo dominio del re degli Ostrogoti (VI secolo), il villaggio è menzionato all'inizio del XII secolo. L'abbazia Saint-André di Villeneuve-lès-Avignon vi possiede un priorato e delle chiese, ma a livello feudale, Mane rientra nella contea di Forcalquier. Successivamente la roccaforte fortificata passò a diverse famiglie fino alla Rivoluzione. Un tempo rinomato per le sue terrecotte e i suoi vini, il paese divenne poi noto per la produzione di olio d'oliva e le sue colture “biologiche”.
Con quasi 1.400 abitanti, Mane ha conservato un patrimonio eccezionale. Etichettato "villaggio di carattere", è visibile nel paese ma anche nelle sue frazioni circondate da campi di lavanda e uliveti.
Un passo è essenziale!
Quando si arriva nel villaggio, soprattutto da Forcalquier, in termini di patrimonio, la cittadella di Mane si rivela il sito più impressionante. Costruito in pietra locale del XII secolo, composto da una doppia fortificazione a protezione di diversi elementi edilizi, è dotato di mura alte 11 metri che ne garantivano la sicurezza anche nei momenti più difficili. In cima ad un sicuro tumulo (roccia argilloso-sabbiosa), ospitava la residenza dei signori, appartenenti prima ai Conti di Tolosa, poi di Forcalquier, e poi a diverse famiglie nobili. La cittadella di Mane è una delle meglio conservate della regione. La residenza cinquecentesca ivi ospitata è ancora privata. Sebbene sia possibile osservare il complesso fortificato dall'esterno, la cittadella in quanto tale non è visitabile.
Il villaggio si è sviluppato in maniera circolare attorno alla cittadella. Lungo i vicoli e le calades (vicoli ricoperti di ciottoli), si possono ammirare numerosi siti religiosi o civili. È il caso della chiesa Saint-André, che risale principalmente al XVII secolo e il cui portale in stile fiorentino è di per sé una meraviglia. All'interno sono conservati, classificati come oggetti, una Vergine in marmo di Carrara, un altare in marmi policromi e stalli decorati ad acanto del XVII secolo. Da notare inoltre che il campanile ricostruito nel 1667 è costituito da una torre alta 30 metri coronata da lesene e balaustra. Alla base, una nicchia rinascimentale protegge un pezzo di ceramica di Henri Petrus. A partire da Natale e per diverse settimane, viene allestito un presepe eccezionale, le cui figure, in numero di una ventina, risalgono al 1837.
Sempre in paese, è possibile vedere l'ospedale costruito nel 1710, alto due piani, con le sue finestre ad arco, il palazzo privato Miravail con la sua facciata rinascimentale del XVI secolo, di cui alcune finestre furono rimaneggiate nel XVIII secolo, e che contiene un camino con ricche decorazioni (gesso) o l'ex convento dei Minimi del XVII secolo, esempio di stile classico, con i suoi fregi finemente intagliati.
Allo stesso periodo risale la cappella dei Penitenti Bianchi. Notiamo che la navata è coronata ma che la facciata ha un frontone ed è sormontata da un campanile.
La cappella Saint-Laurent, invece, di origine romanica (XII secolo), che serviva un priorato fondato dall'abbazia di Saint-André de Villeneuve-lès-Avignon, è stata trasformata in alloggi.
In un altro registro, durante questo stesso percorso, le numerose fontane di bella fattura testimoniano la prosperità della città. Da notare quello dell'ospedale, anticamente dotato di un busto in bronzo e ampliato da un lavatoio, quello del Centro, o della Fontana Nuova, a nord del villaggio e quello di Marsiglia, a sud.
Lasciamo poi il villaggio in direzione sud-ovest verso il priorato di Salagon, facendo una deviazione attraverso il ponte romanico che attraversa il Laye. Costruita nel XII secolo, inizialmente aveva un solo fornice poi venne ampliata nel XVII secolo.
Allora ecco il priorato di Salagon. Composto da una chiesa romanica (XII secolo) e da un edificio con torri e annessi di epoca rinascimentale, questo ex monastero e luogo di pellegrinaggio gestito dai Benedettini è oggi divenuto uno straordinario spazio museale. Visiteremo i giardini medievali con piante officinali mettendone in risalto l'aspetto etnologico, che spiega come nei secoli i giardini siano stati uno specchio della società, sia a livello "utilitaristico" che ornamentale. Il museo etnobotanico riunisce circa 1700 specie di piante e una collezione di oltre 15.000 oggetti. È etichettato come Giardino Notevole. Il sito del priorato presenta anche una mostra che ripercorre la storia del luogo. Infine, nella chiesa romanica, vale la pena ammirare le vetrate contemporanee progettate da Aurélie Nemours, la cui installazione ha concluso il restauro dei locali iniziato negli anni 90. Aperta tutti i giorni tranne dal 15 dicembre a fine gennaio. Prezzo: da 6 a 8 euro. Informazioni allo +33 4 92 75 70 50.
Proseguiamo con il priorato di Châteauneuf, a ovest della città, di base romanica poi occupato dai Templari a partire dal 1306 e poi saccheggiato da Raimond de Turenne allora in guerra contro la contea di Provenza. Ciò che resta è un eremo ricostruito nel XVI secolo e una cappella le cui pareti conservano croci dipinte dai Templari e motivi geometrici. Informazioni per la visita allo +33 4 92 75 04 13.
Nel sud-est del territorio, questa volta, questo percorso culturale si conclude con il castello di Sauvan. Protetto anche come monumento storico come tutti i siti precedenti, soprannominato il "Petit Trianon de Provence", fu eretto a partire dal 1719 per Joseph Palamède de Forbin-Janson. Esempio di stile classico, la sua maestosità è accentuata dal colore delle pietre tagliate e dorate dal sole sulla facciata. Uno di questi si riflette in uno specchio d'acqua. Da notare che per rispettare il disegno e l'armonia originali, diverse finestre sono state lasciate nello stato "trompe-l'oeil". Risparmiato durante la Rivoluzione, conserva al suo interno decorazioni, dipinti, mobili e stoviglie acquisiti nel tempo dai diversi proprietari. Il parco è all'altezza. Il castello e i suoi esterni sono visitabili nei giorni festivi di maggio e giugno, tutti i giorni tranne il martedì in luglio e agosto, tutti i giorni tranne il martedì e il mercoledì in settembre e infine giovedì, sabato, domenica e festivi dal 1 ottobre a novembre 15. Prezzo: da 4 euro (solo parco) e 5 e 11,50 euro (castello ed esterni). Informazioni allo +33 6 70 03 27 04.
Per scoprire tutta questa ricchezza, sono stati progettati nella zona dei sentieri segnalati dedicati al patrimonio, senza tralasciare le tettoie coniche in pietra a secco che servivano da riparo ai contadini, ma anche ai contadini coltivazione della lavanda e la biodiversità della campagna provenzale che circonda il villaggio.
Mappe e informazioni allo +33 4 92 72 19 40.